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  • in risposta a: ELENA DEAMBROGIO – "ORGOGLIO COMUNE" #702

    ELENA DEAMBROGIO
    Partecipante

    Grazie a tutti per i commenti! Rifletterò su come trarre il meglio, soprattutto focalizzando meglio la proposta e riducendo l’effetto “autocelebrativo”.


    ELENA DEAMBROGIO
    Partecipante

    Proposta articolata nel dettaglio. Evidenzio in particolare l’AZIONE 1 con riferimento all’importana della pubblicazione dei piani di monitoraggio che rappresentano uno strumento di controllo dinamico della situazione, a patto che sia – come da te suggerito – fatto non in termini di mero adeguamento ma come strumento di cambiamento proprio grazie al coinvolgimento dei diversi stakeholder interni ed esterni.

    in risposta a: Katya Finardi – "PTPCT: questo sconosciuto!" #700

    ELENA DEAMBROGIO
    Partecipante

    Una proposta sdi estremo impatto. Col tempo e a seguito della pubblicazione dei monitoraggi annuali, si potrebbe creare anche uno storico,che attraverso un’attività di analisi dei dati potrebbe essere utile per raccontare -proprio attraverso i dati – il percorso di trasparenza e lotta alla corruzione condotto da una PA.

    in risposta a: Marisa Audi Grivetta – " Dipendenti pubblici più consapevoli" #699

    ELENA DEAMBROGIO
    Partecipante

    Il termine “ufficio sentinella” mi mette un po’ di paura… a parte gli aspetti emozionali, condivido gli obiettivi, finalizzati a mettere in luce anche forme “inconsapevoli” di maladministration. Mi sembra si faccia riferimento anche a carenze formative. Pertanto, consiglierei di valorizzare anche aspetti legati all’offerta di strumenti per i dipendenti volti a favorire lo scambio di informazioni, buone pratiche, modelli, anche tramite piattaforme collaborative con sezioni tematiche. La prospettiva delineata nel commento di Katya Finardi – che condivido – mi sembra particolarmente appropriata.

    in risposta a: Paola semeraro – PIANO CREATIVO ANTICORRUZIONE PER LA SANITA' #698

    ELENA DEAMBROGIO
    Partecipante

    Tema attualissimo. Sicuramente positivo rafforzare e modernizzare la comunicazione istituzionale in materia… non ho mai notato sul sito delle ASL comunicazioni chiare o accattivanti in merito. Una campagna media (TV, Pubblicità, social) potrebbe essere convicente e raggiungere target diversi
    e difficilmente raggiungibili
    Apprezzabile il taglio della formazione per operatori che non è solo didattico/nozionistico ma si tratta di un ingaggio vero e proprio, atto a creare dei “controllori” civici all’interno dell’organizzazione.


    ELENA DEAMBROGIO
    Partecipante

    Il progetto è complesso e chiaramente prevede delle competenze settoriali specifiche. Ti inviterei nella presentazione magari a fare un focus iniziale sul contesto di riferimento, spiegando in maniera semplice i presupposti della tua proposta. A parte questo, apprezzo l’approccio di natura sostanziale al reclutamento e l’idea che la valutazione delle performance sia fatta non solo su base quantitativa ma qualitativa, nonchè il fatto che la prospettiva di valutazione continui durante il percorso della carriera universitaria. In tema di valutazione qualitativa, fra i parametri sarebbe interessante sondare anche la capacità del docente di attivare utili sinergie di ricerca con stakeholder esterni, anche con le pubbliche amminsitrazioni, nell’ottica di valutare – laddove rilevanti- la ricaduta della ricerca sul territorio e sulla società.


    ELENA DEAMBROGIO
    Partecipante

    Proposta del tutto condivisibile nei fini e nei mezzi. Evidenzio peraltro che la proposta di collaborazione in seno a gruppi multidisciplinari, nel rispetto di ruoli e competenze, non può che giovare anche nell’ottica di favorire sinergie fra progettualità e diversi strumenti della PA; cosa preclusa se si agisce come spesso accade per silos.
    non so se la proposta – visto la diversità e la mole delle attività seguite dal settore – può essere applicata a tutti i possibili ambiti e casistiche. Suggerirei di focalizzare e testare la modalità di lavoro su alcuni strumenti complessi – progetti speciali – da selezionare per complessià, multidisciplinarietà. etc. Per velocizzare potrebbero essere richiesti referenti presso tutte le direzioni, in grado di agire da entry point di caso in caso e formare agilmente i gruppi di lavoro.

    in risposta a: GIUSEPPE FAVORE – : La responsabilità etico – amministrativa #695

    ELENA DEAMBROGIO
    Partecipante

    Interessante sin dal titolo la proposta di allargare la responsabilità amministrativa a quella etica. gli strumenti operativi individuati quali la rilevazione dei disservizi,i rilievi periodici su casi di maladministration e gli interventi formativi mi sembrano strumenti facilmente utilizzabil-Probabilmente potrebbe essere utile fareapprofondimenti per singoli settori, per definire meglio modalità et arget degli strumenti di veriifca-

    in risposta a: SCHEDA PROGETTO PIANO CREATIVO ANTICORRUZIONE #694

    ELENA DEAMBROGIO
    Partecipante

    Su questo progetto – di cui condivido gli scopi e l’accento sulla trasparenza – ci siamo confrontate lungamente in aula e ripropongo qui gli spunti emersi, anche in termini di possibili azioni concrete da parte anzitutto della PA:
     Promuovere la richiesta di dati/atti/documenti ufficiali riguardo le notizie che si intendano diffondere a partire dalla Banca Dati Amministrazione Trasparente
     Migliorare organizzazione dell’informazione sulla sezione Amministrazione Trasparente, magari per ambiti tematici e implementazione degli strumenti di ricerca (filtri)
     Offerta informativa sull’accesso all’informazione pubblica, a partire da un tutorial sul sito da adattare ai due target (cittadini: giornalisti)
     Focus su informazioni in materia di appalti?

    in risposta a: “SONO ANCHE SOLDI TUOI” #693

    ELENA DEAMBROGIO
    Partecipante

    l’uso massivo dei social tramite comunicazione virale per informare sulle sdiverse fumature della corruzione e della maladministration rappresenta una prospettiva interessante e facilmente percorribile. peraltro l’analisi dei social media tramite tool di sentiment analysis può arricchire la racccolta a di dati sul fenomeno, sul clima aziendale e sul contesto di riferimento.

    in risposta a: \"corruzione\" inconsapevole #692

    ELENA DEAMBROGIO
    Partecipante

    Sono del tutto d’accordo sulla necessità di evidenziare i fenomeni di maladministration, facendone comprendere la natura, l’ampiezza e l’impatto sulla gestione degli enti. Ti inviterei nella presentazione a fare degli esempi concreti di maladministration, evidenziando gli aspetti che la generano e la qualificano… in letteratura gli esempi sono tanti e diversi—disonestà e nepotismo, inefficienza, overstaffing, disinteresse verso la tecnologia, etc.
    Evidenzio come sia necessario secondo me presentare e promuovere – anche all’interno dei percorsi formativi da te immaginati – il risvolto positivo della medaglia lavorando sul senso di appartenenza, sull’engagement dei dipendenti. Temo infatti che un troppo forte accento sugli aspetti negativi e sull’ampiezza del concetto di maladministration possa rafforzare ancor più quell’avversione al rischio e la scarsa propensione all’innovatività del dipendente pubblico. Forse varrebbe la pena innestare un dibattito sul concetto di “errore”/cultura del fallimento” vs maladministration con riferimento ai processi di innovazione. Non si tratta di legittimare l’errore, ma di promuovere una cultura interna pro innovazione.

    in risposta a: TRUSTABILITY #691

    ELENA DEAMBROGIO
    Partecipante

    Evidenzio fra gli aspetti concreti e di immediata eseguibilità della tua proposta quello relativo alla pubblicazione del workflow e alla possibilità di monitorare tempi e status di una procedura da parte del cittadino-utente. Mi sembra un passo molto concreto verso un approccio alla trasparenza sostanziale e non formale.
    In merito all’applicazione di tecnologie blockchain in grado di garantire la trasperenza di procedure autorizzative o la gestione di processi è di particolare attualità. Sarebbe utile proporre test a piccola scala in ambiti definiti per comprendere appieno l’applicabilità, i vantaggi, i costi. Fra gli ambiti di applicazione l’utilizzo di una blockchain per la gestione del procedimento amministrativo delle singole amministrazioni potrebbe rendere molto più trasparente tale procedimento, nonché, considerando le caratteristiche di immodificabilità della tecnologia, potrebbe sicuramente apportare dei benefici in termini di trasparenza, tempi e responsabilità dell’azione amministrativa.
    segnalo questo articolo di interesse per approfondimenti sui possibili ambiti di applicazione nella PA:https://www.agendadigitale.eu/infrastrutture/blockchain-e-pa-i-casi-duso-a-vantaggio-di-trasparenza-e-responsabilita/

    in risposta a: I LIMITI DELL'INDIRIZZO POLITICO NELLE PROCEDURE DI APPALTO #690

    ELENA DEAMBROGIO
    Partecipante

    La proposta affronta un tema sensibile e attuale nelle amministrazioni: la separazione dei poteri citati-indirizzo verso gestione – non è sempre semplice da realizzare nella pratica. Ricerca di consenso, scarsità di fiducia,carenza di cultura amministrativa da parte degli amministratori sono davvero elementi che possono mettere in difficoltà l’efficienza dei sistemi di appalto (ma non solo) oltre a poter ingenerare situazioni corruttive (o comunque distorsione nel rapporto fra pubblico e privato) più o meno volontarie. Le soluzioni proposte – formazione, comunicazione, collaborazione fra amministratori e dipendenti pubblici – mi sembrano efficaci. Un ulteriore spunto può essere quello di lavorare sulla proceduralizzazione delle fasi pre-gara – finalmente normate dal codice – prevedendo forme di consultazione aperta e trasparente e consentendo quindi un’ampia partecipazione (dalla Pubblicazione dei PIN – Prior information notice alle indagini esplorative sino agli eventi di confronto con il mercato). Peraltro, procedure che garantiscono trasparenza ed apertura sono applicabili non solo agli appalti ma ad altre forme di avvisi che prevedono la concessione di vantaggi al privato: dall’erogazione di contributi all’offerta di supporto per il testing (es. http://www.torinocitylab.com ). Anche questo può essere utile per mediare il rapporto diretto fra amministratori e alcuni privati attraverso procedure per natura aperte e non discriminatorie.

    in risposta a: Sandro Franchi: Gara ad evidenza publlica: tra norme ed informatica…. #689

    ELENA DEAMBROGIO
    Partecipante

    Mi aggiungo in extremis. La proposta è semplice e concreta. Concordo pienamente sulla necessità di scambio, sentita e promossa anche a livello europeo, anche tramite il finanziamento di attività di collaborazione e scambio di buone pratiche soprattutto con riferimento al tema degli appalti di innovazione. A titolo esemplificativo, ti suggerisco il link ad alcune risorse esistenti: http://eafip.eu/; https://www.innovation-procurement.org/exchange/procurement-forum/
    Te li segnalo anche eventualmente per mutuare strumenti di contatto e confronto – anche abilitati dal web – per promuovere lo scambio di competenze che citi. Nel lavoro di tutti i giorni, penso spesso che mi sarebbe utile uno strumento agile e veloce per “comunicare” con colleghi di altri servizi per la verifica di piccoli/grandi dubbi, ma anche per scambio buoni esempi di capitolato o contratti. Concordo con il commento di qualcuno che citava però la necessità di rafforzare e diffondere la cultura amministrativa a livello di ente, favorire il knowledge management, avere un nucleo fortemente specializzato – non solo sugli aspetti amministrativi ma anche di strategia di gara – a supporto di tutti.

    in risposta a: Fabrizio Borreani #673

    ELENA DEAMBROGIO
    Partecipante

    Progetto molto articolato e già ottimamente commentato dai colleghi. Evidenzio pertanto solo pochi aspetti. Di interesse l’approccio “organizzativo” ovvero una progettualità che investe la “macchina” nel complesso, prevedendo nuove funzioni organizzative, nuovi processi e strumenti. Certamente, molto sfidante anche nella proposta di raccordo diretto – si parla di un ufficio che “risponde direttamente” -con ANAC. Forse espliciterei meglio – per maggiore comprensione – questo aspetto. Sul tema degli interventi informativi e formativi, evidenzio con piacere l’approccio basato su “esempi concreti” di casi e di worst/best practice: lo trovo vincente per promuovere una consapevolezza dei fenomeni e degli strumenti per combattere la corruzione. Troppo spesso gli interventi formativi in materia riguardano solo i principi e il quadro normativo: esempi concreti ancorchè anonimi sulla propria amministrazione sono certamente più significativi e in grado di mobilitare dando spunti di azione in luogo di mere nozioni.

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