Questo argomento contiene 16 risposte, ha 16 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Valentina Alonzi 4 anni, 4 mesi fa.

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  • #931

    Valentina Alonzi
    Partecipante

    TITOLO: “TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI”
    DESTINATARI: Dipendenti pubblici, comuni cittadini
    AMBITO DI AZIONE: Formazione, sistemi premianti, nuove assunzioni.

    PROBLEMA
    La corruzione, a prescindere dalla sua rilevanza penale, si indentifica con la “maladministration”, cioè con l’assunzione di decisioni devianti dalla cura dell’interesse generale a causa del condizionamento improprio da parte di interessi particolari che intaccano il principio fondamentale su cui si basa l’attività delle pubbliche amministrazioni, il principio di imparzialità.
    La normativa penale ha, infatti, dimostrato di non essere in grado di far emergere una parte consistente dei fatti illeciti commessi. Da questa nuova consapevolezza è sorta l’esigenza di adottare una diversa strategia per contrastare la corruzione: non solo sanzionare ma anche, e soprattutto, prevenire i fenomeni corruttivi.
    Il primo pilastro della strategia anticorruzione è rappresentato dall’adozione, da parte di ogni pubblica amministrazione, di uno specifico piano di prevenzione. Si tratta di un’operazione tutt’altro che semplice in quanto presuppone una serie di attività complesse ed impegnative tra cui la mappatura dei rischi.
    I fenomeni corruttivi sono spesso favoriti dall’assenza di meccanismi efficaci, come quelli della rotazione, dell’affiancamento, della scarsa formazione specifica del personale, richiesta per lo svolgimento di determinate attività. Ciò porta a considerare quel funzionario come “insostituibile”.
    La scelta della misura efficace a contrastare un determinato rischio consente di ridurlo, mentre una scelta non corretta o inutile porta ad un appesantimento dell’azione amministrativa che espone ad un più elevato rischio di corruzione.
    L’ANAC nel recente rapporto del 17 ottobre scorso su “La corruzione in Italia”, ha evidenziato che nel periodo di riferimento (2016-2019) sono sorte nuove e più pragmatiche forme di corruzione. In particolare, il posto di lavoro si configura come la nuova frontiera del “pactum sceleris”.
    Come è stato sottolineato più volte dalla Corte dei conti, la corruzione, che nel tempo ha assunto natura “sistemica”, lede non soltanto il prestigio, l’imparzialità e il buon andamento della pubblica amministrazione, ma pregiudica anche l’economia pubblica e la stessa legittimazione delle pubbliche amministrazioni: crisi economica e corruzione procedono di pari passo, in un circolo vizioso, nel quale l’una è causa ed effetto l’altra. Pertanto, la risposta deve essere articolata ed anch’essa sistemica.
    E’ necessaria, pertanto, una maggiore responsabilizzazione di tutti i soggetti che a vario titolo operano nelle amministrazioni nella consapevolezza che la prevenzione dei fenomeni corruttivi non possa che essere il frutto di una necessaria interazione delle risorse, delle competenze e delle capacità di ognuno.
    La corruzione è un male che coinvolge tutti, non solo i pubblici dipendenti in quanto il male e la risposta risiedono nella società. Meno la corruzione estende i suoi tentacoli sulle organizzazioni umane più lo Stato risulta sano: ognuno, al suo interno, farebbe la sua parte sapendo di operare secondo giustizia per il benessere di tutti e godrebbe dei risultati prodotti da un tale agire.
    Da qui il titolo di questa scheda progetto: “Tutti per uno, uno per tutti” che evoca il celebre motto del romanzo “I tre moschettieri” e si riferisce al valore alto e nobile di un patto stretto tra persone (la società nel suo complesso) in vista di un fine da compiere insieme (combattere la corruzione).

    OBIETTIVO 1: ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione attraverso la selezione di “buoni funzionari”;
    OBIETTIVO 2: creare un contesto sfavorevole alla corruzione attraverso l’educazione alla legalità;
    OBIETTIVO 3: aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione.

    AZIONE 1riferita all’obiettivo n. 1.
    Selezionare funzionari qualificati e motivati garantendone la crescita professionale. La cattiva amministrazione può essere efficacemente contrastata assegnando questioni particolarmente complesse e importanti a funzionari realmente competenti e riconoscendo e retribuendo adeguatamente il valore di chi si spende per la cura degli interessi pubblici. Occorre, quindi, eliminare ogni forma di automatismo anche nell’attribuzione dei premi individuali (che spesso vengono riconosciuti sempre agli stessi dipendenti oppure “a rotazione” senza concrete differenziazioni nei giudizi) che portano a generare malcontento tra i dipendenti. Occorre, invece, valorizzare chi veramente si è distinto per l’attività svolta e per il bene comune.
    La crescita professionale del funzionario è importante per la gratificazione degli stessi che saranno di esempio anche agli altri dipendenti, incentivati a migliorarsi attraverso l’emulazione di “buone pratiche”.
    La selezione dei nuovi assunti che dovranno ricoprire funzioni a maggior rischio corruzione dovranno essere scelti tra soggetti particolarmente qualificati e formati nell’ambito di riferimento. La conoscenza della normativa anticorruzione e del codice deontologico dovranno essere inserite tra le materie oggetto di selezione (anche attraverso la somministrazione di un caso pratico).
    Tempi: da ripetersi ogni anno in occasione dell’attribuzione dei premi individuali; in occasione dei nuovi bandi, con riferimento all’assunzione dei nuovi dipendenti.

    AZIONE 2riferita all’obiettivo n. 2.
    L’anticorruzione deve essere praticata da tutti. Questa azione si rivolge non solo alle pubbliche amministrazioni ma a tutti i cittadini in generale. Educare alla legalità è un percorso lungo e complesso che non si esaurisce solo all’interno delle pubbliche amministrazioni. L’onestà non è ancora un valore condiviso. Occorre, perciò, “riformare le menti”, aprire gli occhi di fronte al malcostume, contrastare comportamenti omertosi. In questo le scuole e le università svolgono un ruolo decisivo in quanto possono concretamente contribuire a formare buoni cittadini che, nel futuro, saranno buoni funzionari e corretti imprenditori.
    E’ opportuno, pertanto, educare alla legalità già a partire dal periodo scolastico per poi proseguire nel periodo universitario e post-universitario. A tal fine, sarà necessario integrare i programmi di studio con attività formative specifiche sul tema dell’anticorruzione, fornire gli strumenti per far valere i propri diritti in tale ambito, rendere consapevoli gli studenti delle conseguenze negative della corruzione sulla società.
    Tempi: 1h a settimana per la formazione scolastica; introduzione di un esame specifico per la formazione universitaria; prevedere almeno 7 giornate di formazione all’anno con test finale e discussione di casi pratici per i dipendenti pubblici.

    AZIONE 3riferita all’obiettivo n. 3.
    Incentivare l’uso del “whistleblowing”, il quale può contribuire a formare un’etica del lavoratore attenta ai valori della legalità, facendo emergere fenomeni di malcostume all’interno dell’ambiente nel quale il fatto illecito viene perpetrato, in contrapposizione a comportamenti omertosi tra colleghi. Occorre una formazione “ad hoc” su tale istituto e sul suo corretto utilizzo.
    Tempi: almeno 7 giornate di formazione all’anno con esame di casi pratici e test finale.

    #936

    Diego Cipollina
    Partecipante

    E’ di estrema importanza il tema dell’adeguata retribuzione del personale e dell’eliminazione di ogni forma di automatismo nell’attribuzione dei premi individuali così come è anche necessario definire piani di assunzione che garantiscano una efficace selezione del personale. A mio avviso, soprattutto per gli enti locali di piccole dimensioni, le assunzioni dovrebbero essere effettuate a livello provinciale o regionale da strutture qualificate.

    #967

    Francesco Sorbara
    Partecipante

    Condivido il focus sul concetto della prevenzione della corruzione, da diffondere già in ambito scolastico per le future generazioni di lavoratori e lavoratrici, specie nel comparto pubblico.
    Interessante anche la proposta di Diego sulle procedure di reclutamento del personale a livello provinciale o regionale per gli enti locali di piccole dimensioni.

    #968

    Palma Guglielmo
    Partecipante

    La presenza di funzionari capaci, competenti e adeguatamente retribuiti rappresenta un ottimo antidoto al pressappochismo imperante in alcuni uffici pubblici. Non ritengo però che possa risolvere il problema delle mazzette che spesso coinvolge personalità di vertice delle amministrazioni, anche dotate di un elevato livello di competenze.
    Per quanto concerne il cambiamento di mentalità, il processo richiede tempi molti lunghi.

    #1061

    Alessandra Toma
    Partecipante

    Condivido ciascuno degli obiettivi, descritti nella consapevolezza della relazione osmotica tra i piani culturali ed operativi.
    la qualificazione e l’incentivazione del personale amministrativo non può che condurre ad un incremento della qualità dell’azione amministrativa, possibilmente svolta da cittadini consapevoli ed informati e, soprattutto, inseriti in un tutto comune.

    #1079

    Carmen Zarra
    Partecipante

    Ovviamente concordo su tutti gli obiettivi e le azioni. mi chiedo se se giornate di formazione previste nelle azioni 1 e 2 siano distinte. In tal caso 14 giorni/anno di formazione mi sembrano eccessive sarebbe impossibile erogare formazione anche su altre tematiche.

    #1127

    Loredana Ottaviani
    Partecipante

    La formazione è il tema ricorrente della maggior parte dei piani che abbiamo presentato: direi che tutti riteniamo fondamentale formare non solo i dipendenti ma anche i cittadini (soprattutto i giovani) sui temi dell’etica e del vivere civile.
    Tutti i dipendenti pubblici, in quanto tali, dovrebbero spendersi per la cura degli interessi pubblici. Detto ciò, concordo che dovrebbero essere previsti dei meccanismi premianti per chi realmente dà un valore aggiunto all’ente.

    #1130

    Antonia Frisinghelli
    Partecipante

    Ritengo che l’adeguata retribuzione ed il valorizzare “le persone che si sono distinte per capacità e per il bene comune” sia una buona chiave per diminuire i fenomeni di maladministration e di “scontento” tra i dipendenti pubblici.
    La pubblica amministrazione dovrebbe individuare dei meccanismi in grado di premiare effettivamente il personale in grado di apportare valore alla pubblica amministrazione, in modo tale da disincentivare la presenza di comportamenti scorretti, come ad esempio: “i furbetti del cartellino”.
    Mi piace l’idea dell’educare alla legalità. Se non sbaglio con l’anno scolastico 2020/2021 dovrebbe essere rintrodotta la materia Educazione Civica per ogni scuola di ogni ordine e grado; questo potrebbe essere un passo in avanti per la formazione di cittadini consapevoli.

    #1164

    Davide Buonomo
    Partecipante

    Sicuramente importante è l’attribuzione dei premi individuali a chi realmente lo merita. Ma come fare in modo che ciò avvenga? Ciò presupporrebbe una certa correttezza etica da parte del Dirigente Responsabile. In riferimento all’azione 2, che tipologia di provvedimento politico è necessario? In riferimento all’azione 3, chi è l’incaricato della formazione? Affidamento ad ente esterno o con professionalità interne all’amministrazione?

    • Questa risposta è stata modificata 4 anni, 5 mesi fa da  Davide Buonomo.
    #1216

    Concettina Galante
    Partecipante

    Piano condivisibile in tutti i suoi aspetti: l’importanza fondamentale della formazione è emersa in tutti i piani presentati. Attenzione a dedicare tempo, oltre alla materia importantissima dell’anticorruzione, anche alle altre materie di carattere giuridico e gestionale necessarie a formare un buon dipendente pubblico. Spesso la maladministration è dovuta a ignoranza della normativa.

    #1224

    Andrea Ferroni
    Partecipante

    Concordo con la proposta di la normativa anticorruzione tra le materie oggetto di selezione (anche attraverso la somministrazione di un caso pratico).
    si potrebbe anche pensare ad una specializzazione della competenza del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, prevedendo appositi concorsi pubblici per l’incarico in oggetto.
    per rafforzare “l’immagine” del Responsabile si potrebbe anche ipotizzare una sorta di rating (sul modello del rating di legalità o di impresa) dei Responsabili.

    #1254

    Ilaria Moscardi
    Partecipante

    Concordo sull’opportunità che la selezione dei nuovi assunti, che andranno a ricoprire funzioni a maggior rischio corruzione, avvenga tra soggetti particolarmente qualificati e formati nell’ambito di riferimento. In molti concorsi viene infatti richiesta la conoscenza della normativa anticorruzione e del codice deontologico.
    La risoluzione di un caso pratico la reputo una prova difficile per soggetti estranei alla Pubblica Amministrazione ma può servire a selezionare i candidati con le miglior attitudini in questa materia.

    #1270

    Manuela Dagnino
    Partecipante

    Condivido l’impostazione del piano e ritengo pienamente condivisibile l’azione 1 volta ad introdurre meccanismi premiali ed ad eliminare ogni forma di automatismo anche nell’attribuzione dei premi individuali (che spesso vengono riconosciuti sempre agli stessi dipendenti oppure “a rotazione” senza concrete differenziazioni nei giudizi). Tuttavia si tratta di un’azione difficile da attuare perché spesso bisogna fare i conti con interferenze esterne (es. sindacati ) o con meccanismi interni difficili da spiegare (solidarietà con colleghi meno performanti e forme di resistenza).
    Il dirigente non sempre dispone di adeguati strumenti di misurazione del lavoro svolto (il numero di pratiche espletate non è elemento sufficiente) e spesso premiare i migliori demotiva ancora di più coloro che danno un apporto ridotto.
    Ritengo che meccanismi di controllo esterno(es. commissioni di valutazione esterne) e la creazione di indicatori fissi e di riferimenti certi renderebbero più agevole tale percorso.

    #1294

    Serena Attanasio
    Partecipante

    Condivido pienamente, come anche da me proposto, l’introduzione di una formazione diffusa e specifica in materia di educazione alla legalità.
    Interessante anche la formazione per i dipendenti pubblici in materia di whistleblowing. Affinché tale strumento funzioni è necessario che sia conosciuto non solo come canale: è fondamentale che siano conosciute le tutele che la legge prevede a favore di chi si espone.

    #1313

    Nicoletta Palombo
    Partecipante

    concordo con tutte le azioni prospettate, in particolar modo sul concetto di “riformare le menti” non solo dei pubblici funzionari ma anche del cittadino medio.

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