Questo argomento contiene 16 risposte, ha 16 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Valentina Alonzi 4 anni, 4 mesi fa.

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  • #1329

    Elena Gentile
    Partecipante

    condivido il piano, che vede al centro l’importanza fondamentale della formazione.
    Ritengo comunque essenziali come già detto che anche altre materie di carattere giuridico economico sono necessarie a formare un buon dipendente pubblico.

    #1352

    Valentina Alonzi
    Partecipante

    TITOLO: “TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI”.

    DESTINATARI: Dipendenti pubblici e comuni cittadini
    AMBITO DI AZIONE: Formazione, sistemi premianti, nuove assunzioni

    PROBLEMA

    La corruzione, a prescindere dalla sua rilevanza penale, si indentifica con la “maladministration”, cioè con l’assunzione di decisioni devianti dalla cura dell’interesse generale a causa del condizionamento improprio da parte di interessi particolari che intaccano il principio fondamentale su cui si basa l’attività delle pubbliche amministrazioni, il principio di imparzialità.

    La normativa penale ha, infatti, dimostrato di non essere in grado di far emergere una parte consistente dei fatti illeciti commessi.
    Da questa nuova consapevolezza è sorta l’esigenza di adottare una diversa strategia per contrastare la corruzione: non solo sanzionare ma anche, e soprattutto, prevenire i fenomeni corruttivi.

    Il primo pilastro della strategia anticorruzione è rappresentato dall’adozione, da parte di ogni pubblica amministrazione, di uno specifico piano di prevenzione. Si tratta di un’operazione tutt’altro che semplice in quanto presuppone una serie di attività complesse ed impegnative tra cui la mappatura dei rischi.

    I fenomeni corruttivi sono spesso favoriti dall’assenza di meccanismi efficaci, come quelli della rotazione, dell’affiancamento, della scarsa formazione specifica del personale, richiesta per lo svolgimento di determinate attività. Ciò porta a considerare quel funzionario come “insostituibile”.

    La scelta della misura efficace a contrastare un determinato rischio consente di ridurlo, mentre una scelta non corretta o inutile porta ad un appesantimento dell’azione amministrativa che espone ad un più elevato rischio di corruzione.

    L’ANAC nel recente rapporto del 17 ottobre scorso su “La corruzione in Italia”, ha evidenziato che nel periodo di riferimento (2016-2019) sono sorte nuove e più pragmatiche forme di corruzione. In particolare, il posto di lavoro si configura come la nuova frontiera del “pactum sceleris”.

    Com’è stato sottolineato più volte dalla Corte dei conti, la corruzione, che nel tempo ha assunto natura “sistemica”, lede non soltanto il prestigio, l’imparzialità e il buon andamento della pubblica amministrazione, ma pregiudica anche l’economia pubblica e la stessa legittimazione delle pubbliche amministrazioni: crisi economica e corruzione procedono di pari passo, in un circolo vizioso, nel quale l’una è causa ed effetto l’altra.

    Pertanto, la risposta deve essere articolata ed anch’essa sistemica.

    E’ necessaria una maggiore responsabilizzazione di tutti i soggetti che a vario titolo operano nelle amministrazioni nella consapevolezza che la prevenzione dei fenomeni corruttivi non possa che essere il frutto di una necessaria interazione delle risorse, delle competenze e delle capacità di ognuno.

    La corruzione è un male che coinvolge tutti, non solo i pubblici dipendenti, in quanto il male e la risposta risiedono nella società.
    Meno la corruzione estende i suoi tentacoli sulle organizzazioni umane più lo Stato risulta sano: ognuno, al suo interno, farebbe la sua parte sapendo di operare secondo giustizia per il benessere di tutti e godrebbe dei risultati prodotti da un tale agire.

    Da qui il titolo di questa scheda progetto: “Tutti per uno, uno per tutti” che evoca il celebre motto del romanzo “I tre moschettieri” e si riferisce al valore alto e nobile di un patto stretto tra persone (la società nel suo complesso) in vista di un fine da compiere insieme (combattere la corruzione).

    OBIETTIVO 1: ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione attraverso la selezione di “buoni funzionari”;

    OBIETTIVO 2: creare un contesto sfavorevole alla corruzione attraverso l’educazione alla legalità;

    OBIETTIVO 3: aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione.

    AZIONE 1riferita all’obiettivo n. 1

    Selezionare funzionari qualificati e motivati garantendone la crescita professionale.
    La cattiva amministrazione può essere efficacemente contrastata assegnando questioni particolarmente complesse e importanti a funzionari realmente competenti e riconoscendo e retribuendo adeguatamente il valore di chi si spende per la cura degli interessi pubblici.
    Occorre, quindi, eliminare ogni forma di automatismo anche nell’attribuzione dei premi individuali (che spesso vengono riconosciuti sempre agli stessi dipendenti oppure “a rotazione” senza concrete differenziazioni nei giudizi) che portano a generare malcontento tra i dipendenti.
    Occorre, invece, valorizzare chi veramente si è distinto per l’attività svolta e per il bene comune.

    Al fine di rendere più agevole il lavoro dei dirigenti nel redigere le schede di valutazione e, al contempo, garantire oggettività e differenziazione dei giudizi dovranno essere previsti meccanismi di controllo esterno (es. commissioni di valutazione esterne all’amministrazione) e indicatori fissi per l’assegnazione dei punteggi di valutazione [come proposto da Manuela].

    La crescita professionale del funzionario è importante per la gratificazione degli stessi che saranno di esempio anche agli altri dipendenti, incentivati a migliorarsi attraverso l’emulazione di “buone pratiche”.

    La selezione dei nuovi assunti che dovranno ricoprire funzioni a maggior rischio corruzione dovranno essere scelti tra soggetti particolarmente qualificati e formati nell’ambito di riferimento.
    La conoscenza della normativa anticorruzione e del codice deontologico dovranno essere inserite tra le materie oggetto di selezione (anche attraverso la somministrazione di un caso pratico).

    Per gli enti locali di piccole dimensioni, le assunzioni dovrebbero essere effettuate a livello provinciale o regionale da strutture qualificate [come proposto da Diego e Francesco].

    L’incarico di Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza dovrà essere affidato all’esito di una selezione pubblica al fine di garantire un’elevata specializzazione del soggetto incaricato. Dovrà, inoltre, essere previsto un rating dei Responsabili, sul modello del rating di legalità [parte aggiunta grazie al contributo di Andrea].

    Tempi: da ripetersi ogni anno in occasione dell’attribuzione dei premi individuali; in occasione dei nuovi bandi, con riferimento all’assunzione dei nuovi dipendenti.

    AZIONE 2 – riferita all’obiettivo n. 2.

    L’anticorruzione deve essere praticata da tutti.
    Questa azione si rivolge non solo alle pubbliche amministrazioni ma a tutti i cittadini in generale.
    Educare alla legalità è un percorso lungo e complesso che non si esaurisce solo all’interno delle pubbliche amministrazioni.
    L’onestà non è ancora un valore condiviso.
    Occorre, perciò, “riformare le menti”, aprire gli occhi di fronte al malcostume, contrastare comportamenti omertosi. In questo le scuole e le università svolgono un ruolo decisivo in quanto possono concretamente contribuire a formare buoni cittadini che, nel futuro, saranno buoni funzionari e corretti imprenditori.
    E’ opportuno, pertanto, educare alla legalità già a partire dal periodo scolastico per poi proseguire nel periodo universitario e post-universitario.
    A tal fine, sarà necessario integrare i programmi di studio con attività formative specifiche sul tema dell’anticorruzione, fornire gli strumenti per far valere i propri diritti in tale ambito, rendere consapevoli gli studenti delle conseguenze negative della corruzione sulla società.

    Con riferimento specifico ai dipendenti pubblici la formazione dovrà essere estesa anche alle materie giuridico-economiche, gestionali e contabili [come proposto da Concettina e Elena].

    Tempi: 1h a settimana per la formazione scolastica; introduzione di un esame specifico per la formazione universitaria; previsione di almeno 4 giornate di formazione all’anno con test finale e discussione di casi pratici per i dipendenti pubblici [le giornate di formazione sono state ridotte da 7 a 4 come proposto da Carmen].

    AZIONE 3 – riferita all’obiettivo n. 3.

    Incentivare l’uso del “whistleblowing”, il quale può contribuire a formare un’etica del lavoratore attenta ai valori della legalità, facendo emergere fenomeni di malcostume all’interno dell’ambiente nel quale il fatto illecito viene perpetrato, in contrapposizione a comportamenti omertosi tra colleghi.

    Occorre una formazione ad hoc su tale istituto e sul suo corretto utilizzo. Incaricati della formazione saranno soggetti esterni all’Amministrazione specializzati in tale materia, preferibilmente provenienti dall’ANAC. [precisazione inserita in seguito all’osservazione di Davide].

    Tempi: almeno 3 giornate di formazione all’anno con esame di casi pratici e test finale [le giornate di formazione sono state ridotte da 7 a 3 come proposto da Carmen].

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