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  • in risposta a: Cambiamo il nostro futuro #1305

    Gianpaolo Pirollo
    Partecipante

    ritengo interessante la proposta di un responsabile areale in quanto uno a livello Nazionale non è certo accessibile e soprattutto non può ceto conoscere le dinamiche locali. In merito alla realizzazione di un portale per le segnalazioni, ritengo che sia sufficiente quello dell’ANAC in un ottica di risparmi della PA. Del resto la lotta alla corruzione è un problema nazionale e no di una singola PA. Sulle riunioni credo sia più opportuno farle semestrali altrimenti dopo un pò subentra la noia

    in risposta a: La corruzione! Fenomeno diffuso dell’oggi ma anche del domani? #1304

    Gianpaolo Pirollo
    Partecipante

    Grazie Manuela per l’idea dei concorsi fotografici e mostra di quadri: la trovo originale e in linea con la mia idea di dare un approccio pratico alla lezione di legalità che deve essere alla base di tutto l’insegnamento. Grazie


    Gianpaolo Pirollo
    Partecipante

    in merito all’azine 2 credo sia già prevista ogni qual volta il dipendente coscienzioso si trovi in una situazione di incompatibilità. far fare una autodichiarazione ogni anno quali cambiamenti porterebbe? Se il dipendente fosse nel giusto, sarebbe solo un adempimento burocratico inutile, se invece fosse in una condizione di incompatibilità e poco corretto certo non lo dichiarerebbe.
    Sulle riunioni quindicinali non ho ben capito a quale platea si riferiscono: io sono per le riunioni all’interno dell’ufficio per pianificare le attività, quelle allargate vanno svolte ogni due tre mesi per diffondere informazioni utili a tutti e per creare amalgama tra il personale.

    in risposta a: AMMINISTRARE "in" TRASPARENZA #1302

    Gianpaolo Pirollo
    Partecipante

    Una corretta programmazione permette sicuramente un miglior impiego delle risorse pubbliche, meno possibilità di fenomeni corruttivi ma soprattutto evita la maladministration. tuttavia ritengo che non tutto si possa programmare: sicuramente è possibile farlo per le spese usuali (illuminazione pubblica, pulizia strade, trasporti, energia, affitti, etc.) ma come si fa a prevedere l’imprevisto? Sempre più frequentemente la programmazione finanziaria salta per riduzione di budget o per eventi che scalzano opere che si pensava potessero essere realizzate. Il cittadino comune capirebbe questi continui cambiamenti o al contrario li vedrebbe proprio come un meccanismo per far sparire dei soldi pubblici? Ci sarebbe da meditare.

    in risposta a: Stop Corruzione #1281

    Gianpaolo Pirollo
    Partecipante

    Se può essere di aiuto, nel mio Ente, trattandosi di Ente di Formazione per gli Ufficiali dell’E.I. già da qualche anno abbiamo installato dei monitor nei vari corridoi delle aule sui quali scorrono notizie flash del giorno e mini spot per la prevenzione all’uso di sostanze stupefacenti, sull’eccesso di velocità in auto, sul senso del dovere, sulle attività di assistenza alle popolazioni dei Paesi dove svolgiamo missioni etc. Il tutto, di continuo, dalla mattina alla sera, contemporaneamente su tutta la rete. Il sistema oltre a questo utilizzo serve anche per dare messaggi di eventi o allarmi, che devono arrivare al maggior numero di persone.

    in risposta a: Controlliamo tutti, controlliamo meglio #1280

    Gianpaolo Pirollo
    Partecipante

    Questa discussione mi trova direttamente coinvolto, visto che mi occupo sia della fase di progettazione che di esecuzione, spesso RUP. Nel Ministero Difesa la possibilità di scindere il RUP in 3 fasi nasce dalla consapevolezza che non si può essere tuttologi e che l’affidar l’incarico di Responsabile ad una persona che non è del mestiere non può certo portare a risultati ottimali. Sono pienamente d’accordo che le fasi di progettazione ed esecuzione sono quelle in cui potrebbero esserci maggior tentativi di corruzione. In fase di progettazione, parlando di lavori, è inevitabile che il progettista si metta in contatto con aziende fornitrici per valutare materiali e nuove tecnologie ed è normale che le stesse cerchino di convincere il progettista all’utilizzo di alcuni prodotti o di attuare alcune scelte progettuali. Un onesto progettista, questo lo sa e pertanto cercherà di contattare case costruttrici differenti. Istituire un albo dei progettisti interni all’Amministrazione lo trovo alquanto irrealizzabile in quanti siamo pochissimi e risulterebbe ancora più difficile occuparsi di progetti lontani dalla propria sede non solo per la distanza e perdita di tempo ma perché un buon progetto nasce solo da un ottima conoscenza delle esigenze dell’Ente.
    Ancora più delicata è la fase di esecuzione: è lì che l’impresa proverà a convincere il DL ad effettuare modifiche “migliorative” per riprendersi lo sconto di gara. In tale fase avere un RUP dedicato ed esperto del settore fa si che ci sia un maggior controllo nei confronti delle varianti proposte dal Direttore Lavori: immaginate che tipo di controllo può fare un laureato in economia e commercio sulle varianti tecniche per la costruzione di un edificio! Il problema però si riverifica quando il DL ed il RUP coincidono per importi sotto i 200.000€. In tal caso, vale a dire quasi sempre, il Dipendente Pubblico si ritrova a fare il progettista, il Direttore Lavori ed il RUP. Se non si è onesti, è come dare del formaggio ai topi!


    Gianpaolo Pirollo
    Partecipante

    In considerazione delle notevoli cifre in gioco, la separazione delle funzioni tra le Autorità di Gestione, di Certificazione e di Audit è decisamente auspicabile. Il piano mi sembra ben strutturato e applicabile; andrebbe forse approfondito il problema del conflitto di interesse in ambito non solo nazionale ma anche europeo, trattandosi di finanziamenti che arrivano dall’esterno della Nazione.

    in risposta a: "La migliore prevenzione è la formazione" #1267

    Gianpaolo Pirollo
    Partecipante

    ancora una volta non sono pienamente d’accordo con la rotazione eccessiva del personale, in particolar modo di quello dirigente il quale per poter migliorare ed implementare il suo programma deve necessariamente rimanere in carica per diversi anni. Diverso il discorso dei funzionari per i quali vedrei una maggiore rotazione. Sulla scelta del personale da reclutare ritengo si possa esplorare l’idea di far effettuare dei colloqui con psicologi (come avviene in ambito difesa): al dipendente pubblico si deve chiedere non solo di essere preparato ma di avere delle motivazioni che certo non possono essere il posto fisso.


    Gianpaolo Pirollo
    Partecipante

    Sono particolarmente d’accordo sulla necessità di premiare i dipendenti pubblici virtuosi (obiettivo 3) sia per quanto fanno sia per come lo fanno. Troppo spesso vi è un appiattimento, una valutazione omogenea, come se tutti i dipendenti fossero allo stesso livello. Non è così! I migliori vanno premiati soprattutto da un punto di vista economico (anche se siamo nel pubblico).

    in risposta a: UN P.T.P.C. è POCO E DUE NON SONO TROPPI. #1260

    Gianpaolo Pirollo
    Partecipante

    Sicuramente un piano unico risulta poco efficace, un mero esercizio burocratico. Bisognerebbe quanto meno suddividerlo per macro aree. Tuttavia ritengo che ciò non basti: per essere efficace deve essere conosciuto, quindi come già avviene all’interno delle Forze Armate, per altri settori (sicurezza delle informazioni, uso di alcol/droghe, riserbo etc.) bisognerebbe proporre delle periodiche riunioni anche su quanto previsto dal piano. Inoltre sarebbe utile che la scrittura del piano e la verifica della sua applicazione fosse svolta da una persona dedicata tuttavia ciò si scontrerebbe sicuramente con problemi di organico del personale.

    in risposta a: NOI SIAMO OCEANO #1259

    Gianpaolo Pirollo
    Partecipante

    Il porsi alternativamente tra mittente e destinatario, dovrebbe portare a chiederci cosa, come cittadino, riteniamo non funzioni nell’amministrazione pubblica in genere, per poi andare ad analizzare se quella cattiva amministrazione percepita sia presente anche nel proprio ambito lavorativo: esempio, se nel recarci presso un ufficio per il disbrigo di pratiche percepiamo che vi sia inefficienza, per tempistiche elevate, per scarsa professionalità, assenteismo etc. dovremmo chiederci se nel proprio ambito lavorativo accade la stessa cosa e quanto il mio operato influisce sullo status quo.

    in risposta a: piano di prevenzione dei rischi #1258

    Gianpaolo Pirollo
    Partecipante

    Devo essere sincero, ho fatto uno sforzo immane per arrivare a leggerlo. Ovviamente non è il mio campo e mi risulta difficile suggerire dei miglioramenti. Tuttavia non credo sia in pianamente linea con quanto chiesto nel master, credo si debba puntare su qualcosa di “innovativo” e pratico. anche il miglior testo, se risulta poi difficilmente comprensibile alla massa, rischia di rimanere poco efficace.

    in risposta a: Il Dipendente Unito e la poca conoscenza del PTPCT #1257

    Gianpaolo Pirollo
    Partecipante

    Ritengo che la “corruzione” si possa vincere solo con un buon piano di formazione a tutti i livelli. Mi piace l’idea di un gruppo di lavoro per il presidio e controllo dell’aggiornamento del Piano. Proporrei di far ruotare i partecipanti al gruppo del tipo il 50% ogni 6 mesi in modo da assicurare continuità di progetto.
    Non sono pienamente d’accordo sulla rotazione dei manager in tempi definiti in quanto possono, se ben formati, costituire essi stessi un presidio per la maladministration. Un buon manager per poter fornire risultati all’azienda o all’Ente deve poter esprimere il suo operato per almeno 7-8 anni

    in risposta a: UN PIANO PER UNO NON FA MALE A NESSUNO #1201

    Gianpaolo Pirollo
    Partecipante

    Sicuramente la presenza di più’ persone con incarichi di “anti corruzione aiuterebbe a ridurre il fenomeno. Bisognerebbe istituire la figura dell RPCT periferico , per ogni datore di lavoro, in modo che sia uno strumento per aumentare l’efficienza e non solo per redigere un vano documento non conosciuto.


    Gianpaolo Pirollo
    Partecipante

    L’efficienza passa senz’altro attraverso la preparazione del personale per il quale bisognerebbe investire maggiormente. Ovviamente l’unione di “professionisti” permette di raggiungere risultati migliori a patto che si tratti di accorpamenti di personale preparato. Spesso si procede nel bandire gare simili senza preoccuparsi si accorparle. Anche tale caso nasconde in fondo una non piena e consapevole conoscenza dei meccanismi e delle regole e pertanto si sviluppa la naturale indole umana di lasciare le cose come si presentano.

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