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  • in risposta a: Cambiamo il nostro futuro #1351

    Davide Buonomo
    Partecipante

    DESTINATARIO: MINISTERO DELLA DIFESA – FORZA ARMATA ESERCITO ITALIANO
    La presente scheda progetto si ritiene debba essere estremamente settorializzata all’Amministrazione Pubblica di appartenenza, avendo contezza e conoscenza di come determinate procedure si svolgano nella singola Amministrazione Pubblica, al fine di essere innovativi e, oltre a diffondere la cultura della prevenzione della corruzione, espletare realmente delle funzioni di condotta “pratiche”, impedendo ai soggetti con la volontà di delinquere di porre in essere le proprie azioni criminali.
    PROBLEMA:
    In base alla legge n.190 del 2012 e ss.mm., nonché della Delibera ANAC n. 1134/2017, le amministrazioni pubbliche, le società e gli enti pubblici economici obbligati al rispetto della normativa anticorruzione, sono tenuti ad adottare un Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (di seguito PTPC). La legge prevede che venga svolta obbligatoriamente attività di pianificazione degli interventi da adottare nel perseguimento dei seguenti obiettivi strategici:
     creare un contesto sfavorevole alla corruzione;
     incrementare la capacità di individuare eventuali casi di corruzione e ridurne l’emersione;
     individuare azioni idonee al contrasto dei comportamenti scorretti, promuovendo valori e comportamenti virtuosi.
    Nonostante molti PTPC mirino a livello “teorico” al costante sviluppo ed aggiornamento delle strategie volte alla prevenzione delle situazioni che evidenziano una distorsione dell’azione amministrativa, dovuta all’uso per fini privati delle funzioni pubbliche attribuite, in dispregio ai principi di buon andamento, trasparenza e di imparzialità, si evidenzia che sarebbe opportuno fare uno sforzo in più dal punto di vista pratico. Molti dei PTPC, infatti, constando di centinaia/migliaia di pagine, molto spesso non risultano intellegibili per il dipendente medio e/o di difficile lettura/attuazione.
    Un problema di non minore importanza, inoltre, è costituito dalla carenza di una reale Struttura Ordinativa di Responsabili per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza. Allo stato attuale, infatti, vi è un unico Responsabile PCT nazionale. E’ facilmente intuibile che un militare di truppa avrebbe delle serie difficoltà ad interfacciarsi in maniera diretta con un Ufficiale di elevatissimo grado, essendovi la barriera delle norme interne concernenti la gerarchia. Ciò presupporrebbe di riferire obbligatoriamente al Superiore di Grado, con l’eventualità che l’evento criminoso non venga mai portato all’attenzione del Responsabile PCT.
    Obiettivo 1:
    Creare una Struttura Ordinativa di Prevenzione della Corruzione e Trasparenza a livello Periferico.
    Obiettivo 2:
    Creare od avere in gestione – in riutilizzo da ANAC – una Piattaforma on line per le segnalazioni di illeciti o irregolarità e comunicazioni di misure ritorsive, ai sensi dell’art. 54-bis, d.lgs. 165/2001 – cd Whistleblowing.
    Obiettivo 3:
    Diffondere tra i dipendenti la cultura del Whistleblowing e dei valori della correttezza per il raggiungimento del fine pubblico-istituzionale.

    Azione riferita a obiettivo 1:Tempo 1 ANNO
    Costituire un Responsabile Areale a livello Regionale, con il requisito di non prestare/aver prestato servizio, negli ultimi 5 anni, presso i Comandi alle dipendenze. Il Responsabile areale dovrà essere competente in materie giuridico/economiche e dovrà essere alle dirette dipendenze del RPCT nazionale. L’incarico dovrà essere svolto per un massimo di cinque anni, con obbligo di trasferimento d’autorità (corresponsione emolumenti legge 86/01) al termine del mandato. Al termine del mandato il Responsabile avrà facoltà di scegliere la sede di impiego per dedicarsi ad altri incarichi, oppure continuare a svolgere lo stesso incarico in altra Regione non confinante con quella in cui è stato svolto l’incarico precedente. Al Responsabile è corrisposta un’indennità mensile pari a 300 euro lordi, ciò al fine di rendere appetibile la carica di grossa responsabilità. E’ chiaro che ottenere determinati risultati sarebbe impossibile senza degli investimenti. Per questo motivo il Ministero dovrebbe stanziare dei fondi “ad hoc” per la creazione della summenzionata struttura ordinativa.
    Programmazione finanziaria/studio a cura Commissione ad hoc istituita con sperimentazione presso gli Enti collocati in una Regione.

    Azione riferita a obiettivo 2:Tempo1 ANNO
    Nell’attuazione dell’obiettivo 2 – Piattaforma on line di segnalazione – dovrà darsi attuazione a quanto stabilito dall’Autorità Nazionale Anticorruzione con Determinazione n. 6 del 28 aprile 2015, con lo scopo di proteggere la riservatezza dell’identità del segnalante in ogni fase (dalla ricezione alla gestione successiva), anche nei rapporti con i terzi cui l’amministrazione dovesse rivolgersi per le verifiche o per iniziative conseguenti alla segnalazione. La Piattaforma dovrà essere dotata di strumenti di crittografia end-to-end per i contenuti delle segnalazioni e dell’eventuale documentazione allegata.
    Preferibile, inoltre, l’utilizzo del browser di rete TOR al fine di garantire l’anonimato delle transazioni tra il segnalante e l’applicazione, rendendo impossibile per il destinatario e per tutti gli intermediari nella trasmissione avere traccia dell’indirizzo internet del mittente.

    Azione riferita a obiettivo 3:Tempo 6 MESI
    Lezioni quadrimestrali ed obbligatorie per tutto il Personale, con cui sviscerare i seguenti punti:
    – Rendere noto l’istituto del Whistleblowing;
    – Rendere note le modalità di segnalazione degli illeciti;
    – Diffondere la cultura della correttezza e della prevenzione della corruzione;
    – Cercare di “smuovere gli animi” al fine di incrementare il coinvolgimento consapevole dei dipendenti e l’implementazione del “team building”
    – Analisi “best practise vs worst practice”.


    Davide Buonomo
    Partecipante

    Sicuramente molto importante, dal punto di vista etico e non solo, sarebbe rendere edotti tutti i dipendenti pubblici sul significato di corruzione in senso lato.
    In riferimento all’azione 3 la previsione dei CAM costituisce già obbligo per la Stazione Appaltante, derivante dall’introduzione del D. Lgs 56/2017.
    In riferimento all’azione 4 è entrato in vigore il 18 ottobre 2018 l’obbligo di utilizzo dei mezzi di comunicazione elettronici e delle procedure elettroniche nelle gare d’appalto. Da questa data infatti tutte le “comunicazioni e gli scambi di informazioni” inerenti le procedure di affidamento di appalti pubblici devono svolgersi in formato interamente elettronico, ai sensi dell’art. 40 del Codice Appalti. Proprio per questo motivo la Consip ha messo a disposizione una nuova piattaforma in modalità ASP. In riferimento all’azione 5, credo che l’aggregazione della domanda costituisca già un obbligo.

    in risposta a: AMMINISTRARE "in" TRASPARENZA #1178

    Davide Buonomo
    Partecipante

    Sono pienamente d’accordo con in Piano di formazione delle autorità politiche. Coinvolgere i cittadini significherebbe far sì che possa essere rispettato il principio per cui si vota…rappresentare la cittadinanza! e soprattutto far sì che si evitino eventi di maladministration legati all’ignoranza e l’impreparazione in materia dei politici. Tuttavia le tempistiche attuative forse sono un pò strette.


    Davide Buonomo
    Partecipante

    Il Piano formativo di cui all’azione 1 credo sia migliorabile, in quanto non reputo opportuno intervenire con formazioni “spot”. L’azione 2 è già prevista. L’azione 3 a mio avviso potrebbe essere prevista almeno bimestralmente. Ogni 15 giorni probabilmente verrebbe vissuta come un’ulteriore incombenza.

    in risposta a: Il Dipendente Unito e la poca conoscenza del PTPCT #1175

    Davide Buonomo
    Partecipante

    Avere una struttura di controllo può essere sicuramente utile e condivisibile. In riferimento alle azioni 3 e 4 sarebbe possibile aggiungere in che modo effettivamente avviene il monitoraggio ed in che modo è da effettuarsi la rotazione degli incarichi manageriali. Sarebbe utile anche prevedere delle tempistiche di raggiungimento degli obiettivi.

    in risposta a: UN PIANO PER UNO NON FA MALE A NESSUNO #1174

    Davide Buonomo
    Partecipante

    In riferimento all’azione 2, ritengo corretta la predisposizione di una piattaforma per fare “rete” tra i RPCT, ma inefficace l’accesso a chiunque previa registrazione. Ammettiamo, ad esempio, che all’interno del portale si parli di presunti fatti illeciti verificatisi all’interno di una Stazione Appaltante, ancora in una fase precedente al procedimento penale, per cui sono in corso le indagini. E’ chiaro che chiunque potrebbe riportare le informazioni agli indagati. Per tale motivo, essendo i dati molto sensibili, essa andrebbe protetta in maniera efficace, al fine di non limitare il lavoro della rete dei RPCT.
    Costituire un RPCT in ogni Stazione Appaltante, inoltre, in un ambiente ove tutti si conoscono, potrebbe permettere un illecito utilizzo degli strumenti giuridici messi a disposizione del RPCT. Sono a favore, come evidenziato nel mio piano, del decentramento delle funzioni del RPCT, ma con i dovuti accorgimenti.
    In riferimento all’azione 3, la costituzione dell’albo fornitori costituisce già un obbligo, con i conseguenti obblighi di pubblicazione di cui all’art. 29 del CdC.
    Come avevo evidenziato in un mio post ad inizio del master, in riferimento alla rotazione degli inviti, la nostra Stazione Appaltante si è dotata di un Regolamento, pubblicato su profilo del committente, ove sono state descritte delle modalità di rotazione degli inviti in base alle fasce di importo (es. 20.000 – 40.000 euro), in base alle quali è possibile agire in affidamento diretto e/o con procedura negoziata semplificata. Non da tralasciare, inoltre, è anche la rotazione degli inviti nelle procedure negoziate nella fascia 40.000 – 220.000 euro (amm. sub- centrali), anche con avviso di preinformazione.
    Per quanto concerne la formazione obbligatoria per la fase di programmazione ed esecuzione trovo inadeguata la tempistica. A mio avviso 6 mesi non sono sufficienti nemmeno a permettere l’accettazione del “piano” all’autorità centrale.

    in risposta a: VERSO UNA DIMENSIONE EVOLUTIVA DELLA ROTAZIONE NELLA P.A. #1173

    Davide Buonomo
    Partecipante

    La rotazione degli incarichi è sicuramente un valido strumento per prevenire la corruzione e, devo dire, mi piace molto intendere la rotazione in un’ottica di crescita professionale. Tuttavia si verifica, come evidenziato da Palma, che in alcune amministrazioni vi sia la carenza di figure professionali adatte. In tali casi, a mio avviso, così come avviene per gli amministratori del Ministero della Difesa operanti in aree a rischio, vi deve essere il trasferimento d’autorità in altra sede. Ciò di sicuro non fa piacere, ma è ciò a cui siamo sottoposti ed è uno sforzo che dovremmo fare nell’interesse pubblico. Dovremmo, infatti, pensare che tale sforzo, anche se ci tocca da vicino, serve a garantire un minor rischio di corruzione e a far sì che le generazioni future stiano meglio di noi. E’ chiaro che il trasferimento d’autorità dovrebbe far presupporre la corresponsione di indennità di prima sistemazione, indennità di trasferimento ecc…misure essenziali affinché sia permesso di “sopravvivere” anche in città care come ad esempio Milano.


    Davide Buonomo
    Partecipante

    Credo che l’aspetto della trasparenza sia di fondamentale importanza, ma prevedere un sistema di regole più severo in delle strutture amministrative con fortissime carenze di personale, finirebbe per penalizzare ingiustamente anche i funzionari più corretti. Dalle info in mio possesso, si verifica che in alcune Stazioni Appaltanti, addirittura il mercato degli appalti superiori ai 40.000 euro sia gestito da una sola Persona. In tal contesto, anche per il più competente, corretto, veloce degli amministratori risulta difficile rispettare le tempistiche di pubblicazione degli atti. A mio avviso, dunque, se si vuole effettivamente riformare la P.A. in positivo, occorrerebbe prima effettuare delle assunzioni mirate di Personale competente e solo successivamente pensare alle modalità sanzionatorie. E’ impensabile farsi curare da un meccanico, giusto? Allora mi chiedo perché nel procurement od in altri settori vi sia personale non specializzato, senza competenze e non qualificato.
    Come evidenziato da Palma, e anche da me in altri commenti, è difficile far aprire le menti dei bambini/ragazzi se gli adulti la sera dicono l’esatto contrario di ciò che si è studiato a scuola. Pensiamo ad esempio a cosa sono costretti a sopportare gli insegnanti a scuola, nei rapporti con le famiglie (denunce, aggressioni ecc…). Ormai anche a scuola vi è l’appiattimento dei voti e quasi non si boccia più. Bisognerebbe, dunque, sì educare i bambini (futuri adulti), ma anche educare gli adulti di oggi attraverso i media.

    in risposta a: La corruzione legale #1171

    Davide Buonomo
    Partecipante

    Come già evidenziato da Francesco ritengo che molto spesso la cd. urgenza sia determinata da una inesatta programmazione o nell’inerzia di mesi, che determina l’urgenza di correre ai ripari a fine anno, al fine di evitare economie di bilancio. Urgenze reali per cui si fruisce del regime derogatorio, come evidenziato da Carmen, sono già sottoposte a controllo di ANAC. Ciò che potrebbe accadere, però, è procedere con regime derogatorio in lex specialis e non segnalare ad ANAC (SIMOG) la cd. somma urgenza. In tal modo anche per ANAC sarebbe difficile andare ad espletare i controlli. Si potrebbe prevedere, con soft law, l’obbligo per le stazioni appaltanti di invio ad ANAC dei fascicoli relativi all’affidamento in deroga al Codice per misure di emergenza e delle pesanti misure sanzionatorie.

    in risposta a: Controlliamo tutti, controlliamo meglio #1169

    Davide Buonomo
    Partecipante

    Il Piano proposto mi vede pienamente d’accordo con i rischi corruttivi delle fasi di programmazione ed esecuzione. Molto spesso si assiste addirittura alla proposta di “capitolati – fotocopia” sulla base di preventivi posti in essere da aziende nella fase di programmazione. Trovo che senza le giuste competenze si finirebbe per attagliare degli appalti ad alcuni operatori economici, con tutto ciò che ne consegue. L’albo dei progettisti potrebbe essere una potenziale soluzione se applicata in ambito nazionale per tutte le amministrazioni aggiudicatrici, ma dubito che un albo intra F.A. riesca a risolvere la faccenda. Non sono molto d’accordo sui micro-piani anticorruzione. Come già segnalato in altro commento, reputo che si potrebbe verificare una eccessiva parcellizzazione della norma, rendendo ancor più difficile un ambito poco conosciuto e complesso. Interessante la proposta di un’esecuzione informatizzata, chiaramente ove applicabile. Per alcuni appalti di servizi ove materialmente ciò non è possibile, bisognerebbe approfondire le modalità di controllo.

    in risposta a: Davide contro Golia, ovvero la BUONA AMMINISTRAZIONE “DAL BASSO” #1166

    Davide Buonomo
    Partecipante

    Come evidenziato anche da Palma nei commenti, tutti noi ci troviamo nella stessa situazione. Molto spesso chi presenta un problema viene considerato dai superiori IL PROBLEMA, senza che si adottino delle misure necessarie alla sua risoluzione. Credo che specialmente nei Comuni e/o Organi in cui operano funzionari con responsabilità qualificata di rappresentanza politica, vi debba essere la connessione delle competenze tra funzionari e dirigenti “tecnici” ed organi politici. Molto spesso, infatti, ci si scontra con politici poco competenti che vorrebbero raggiungere risultati in maniera non consentita dalle norme. Accade, dunque, nel migliore dei casi lo scontro tra il tecnico ed il politico. Nel peggiore dei casi, vi è la prevaricazione della componente tecnica con effetti di maladministration. Sarebbe interessante, anche se forse poco attuabile nella nostra Nazione, prevedere delle competenze tecniche di base anche per i funzionari di rappresentanza politica, con obiettivi formativi nel corso del mandato anche in materia di anticorruzione.

    in risposta a: TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI #1164

    Davide Buonomo
    Partecipante

    Sicuramente importante è l’attribuzione dei premi individuali a chi realmente lo merita. Ma come fare in modo che ciò avvenga? Ciò presupporrebbe una certa correttezza etica da parte del Dirigente Responsabile. In riferimento all’azione 2, che tipologia di provvedimento politico è necessario? In riferimento all’azione 3, chi è l’incaricato della formazione? Affidamento ad ente esterno o con professionalità interne all’amministrazione?

    • Questa risposta è stata modificata 4 anni, 5 mesi fa da  Davide Buonomo.
    in risposta a: COMUNICARE FIDUCIA #1163

    Davide Buonomo
    Partecipante

    Piano ben strutturato che si propone in sostanza di “blindare” le amm.ni al rispetto delle norme. Rifletterei solo su alcuni punti:
    – in che modo dovrebbe avvenire la rotazione del RUP? Come individuare delle professionalità adeguate a tale ruolo in un contesto in cui esse sono già scarsissime? Chi deciderebbe la rotazione ed in che termini?
    – trovo difficile che nella fase di programmazione non si consulti il mercato. In tale fase, infatti, è necessario aggregare la domanda anche in termini di importi e, dunque, la consultazione preliminare del mercato e la programmazione finanziarie e/o della Stazione appaltante (forniture servizi lavori ex art. 21 codice) sono strettamente collegati. Sicuramente trovo indispensabile la verbalizzazione dei contatti con gli operatori economici e l’inserimento in gara degli stessi per il rispetto del principio della trasparenza;
    – rifletterei sull’obbligo di pubblicazione degli atti di verifica ex art. 80. Molto spesso, infatti, si riscontrano precedenti penali e/o altre tipologie di illeciti che, se pubblicati, potrebbero violare le norme in materia di trattazione dei dati personali.

    Spero ti serva come spunto.

    in risposta a: Stop Corruzione #1160

    Davide Buonomo
    Partecipante

    Piano che si propone di risolvere una problematica molto attuale. Credo però che la campagna informativa non debba coinvolgere i soli dipendenti pubblici. E’ chiaro che il dipendente della PA deve segnalare tentativi di corruzione e deve essere formato anche dal punto di vista etico. A mio avviso, però la campagna informativa dovrebbe essere estesa anche ai media, attraverso campagne pubblicitarie televisive e/o radiofoniche. Molti programmi televisivi, soprattutto sulla canali statali, potrebbero affrontare il problema senza fare populismo spicciolo, ma cercando di imprimere dei valori ad una società in cui ormai i valori sono pochi. In poche parole se il dipendente pubblico NON deve rendersi partecipe di eventi corruttivi, il cittadino NON deve neppure pensare di corrompere un dipendente della PA.

    • Questa risposta è stata modificata 4 anni, 5 mesi fa da  Davide Buonomo.
    • Questa risposta è stata modificata 4 anni, 5 mesi fa da  Davide Buonomo.

    Davide Buonomo
    Partecipante

    Piano sicuramente ben strutturato. Di sicura importanza è la separazione delle funzioni tra le Autorità di Gestione, di Certificazione e di Audit. Sarebbe interessante prevedere delle misure, qualora fosse possibile, attraverso le quali “costringere” alla collaborazione gli organi politici preposti.

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